Antonio Signorini. Attraverso

Pubblicato Sabato, 08 Ottobre 2022
Data di scadenza Martedì, 31 Gennaio 2023
Piazza del Carmine
Piazza del Carmine
Firenze

Dall'8 ottobre al 31 gennaio 2023 in Piazza del Carmine, Piazza San Firenze, Piazza del Grano una mostra diffusa dell'artista, a cura di Luca Beatrice

Antonio Signorini, scultore di origine toscana riconosciuto sul piano internazionale, espone a Firenze le sue opere monumentali in bronzo in tre piazze del centro storico: Piazza del Carmine, Piazza San Firenze e Piazza del Grano.

Dall’8 ottobre 2022 al 31 gennaio 2023 - in piazza del Grano da lunedì 10 ottobre - Guerrieri, Danzatrici, Cavalli volanti e un’inedita maschera ancestrale, costituiranno il percorso espositivo della mostra ATTRAVERSO. Antonio Signorini, promossa dal Comune di Firenze e da Oblong Contemporary Art Gallery di Dubai, Forte dei Marmi e Firenze.

La rassegna si compone di sette opere monumentali, alcune inedite, realizzate con la fusione in bronzo. Di queste fanno parte ARCTURUS e SUN i due monumentali cavalli volanti di 10 metri  installati al centro di Piazza del Carmine e i cui nomi emblematici fanno riferimento alle storie della mitologia greca e alle costellazioni, ARCTURUS, in particolare, prende il nome dalla stella Arturo, messa in cielo da Zeus per proteggere la vicina costellazione Callisto (Orsa Maggiore) dalla gelosia della dea Era.

Antonio Signorini trae continua ispirazione dalla storia antica e dal mito, come nel caso delle sculture monumentali delle danzatrici IDRA e MEROPE, alte quattro metri e cinquanta. Il nome della prima si riferisce all’Idra che è la più estesa delle ottantotto moderne costellazioni e una delle quarantotto più antiche elencate da Tolomeo; rappresenterebbe l’ancestrale serpente o mostro marino che ritroviamo in molti miti del passato, tra i quali la leggenda dell’Idra di Lerna fronteggiata da Ercole nelle sue fatiche. Merope è invece una delle stelle della costellazione delle Pleiadi e, secondo il mito greco, una delle sette sorelle che accompagnano Artemide durante la caccia.

Nella Piazza San Firenze, le due danzatrici affiancano il GUARDIANO DEL CIELO e il GUARDIANO DELLA FEDE. Si tratta di due figure ieratiche catturate in pose dinamiche e nell’atto di combattere. LUCE è una scultura inedita che rappresenta una maschera ancestrale, verrà installata in Piazza del Grano da lunedì, avvicina lo spettatore alla forma che caratterizza il volto delle opere di Signorini: una forma che attraversa spazio e tempo, che unisce passato e futuro.

Il pensiero artistico di Antonio Signorini guarda ad un mondo lontano: ai disegni rupestri nelle varie zone del mondo dove gli antichi uomini sentirono la necessità di scrivere, di raccontare la propria esperienza. Le immagini rupestri dei graffiti dei deserti nordafricani e mediorientali si affacciano nel dinamismo delle figure rivisitate da Signorini che le evoca e le sublima. Le danzatrici raccontano il viaggio di ciascuna donna, ma non ne vogliono evidenziare il peso, sottolineano la riuscita non le difficoltà. L’artista rappresenta una danza simbolica, un passo, il passo del tempo. Mentre danzano, queste guerriere ci ricordano le loro infinite battaglie, i silenzi, le clausure, le notti solitarie, le violenze, le privazioni. Non hanno sguardo, ma scrutano la nostra anima, non hanno voce, ma cantano la loro storia.

I guerrieri sono forti, moderni ed essenziali. Le loro linee pulite creano equilibrio e movimento e sono tutti ideati in pose dinamiche, hanno corpi magri, snelli, potenti, allenati ai pericoli e hanno in sé la grazia di un danzatore, un acrobata e un atleta; come afferma lo stesso Signorini, si tratta in realtà di un guardiano del patrimonio umano, del cielo e della fede. Particolarmente emblematici, come sottolinea l’artista stesso, sono i cavalli volanti.

In nessuna delle opere di Signorini sono rappresentati gli occhi, ma ciascuna figura ha un proprio sguardo. L’assenza degli occhi non elimina lo sguardo ma lascia la libertà allo spettatore di dialogare con le opere, di guardare, pensare, immaginare quello sguardo che spesso è uno specchio e consente a ciascuno di interrogarsi sull’essenziale.