Congiura dei Pazzi

Pubblicato Mercoledì, 03 Maggio 2023
Data di scadenza Mercoledì, 03 Maggio 2023
Archivio di Stato
Via della Giovine Italia, 6
Firenze

Mercoledì 3 maggio ore 11.30 all’Archivio di Stato l'appuntamento per presentare il documento inedito sulla Congiura dei Pazzi

Per ricordare il giorno dell’attentato, il 26 aprile scorso è andata in scena a Palazzo Vecchio la lettura teatralizzata del documento ritrovato. Il 3 maggio, appuntamento all’Archivio di Stato per presentare il testo contenente la confessione del sicario

Il quadro della “Congiura dei Pazzi”, il complotto ordito nel 1478 per rovesciare il regime mediceo a Firenze, si arricchisce di un importante documento inedito rinvenuto dallo storico Marcello Simonetta presso l’Archivio di Stato di Firenze, dove sarà esposto e presentato mercoledì 3 maggio, ore 11.30: si tratta della confessione di Antonio Maffei da Volterra, il sicario scelto per assassinare Lorenzo de’ Medici.

La confessione seguì all’arresto di Maffei, avvenuto il 3 maggio 1478 presso la Badia fiorentina, dove il volterrano si era rifugiato dopo aver fallito nel tentativo di pugnalare Lorenzo. Maffei ricostruisce dinamiche e antefatti della congiura, svelando le circostanze del suo coinvolgimento, l’incontro a Firenze con i Pazzi, le sue perplessità sulla conduzione caotica dell’impresa e, quindi, il piano per il suo concretizzarsi e la lista delle forze militari messe in campo.

Il resto è noto. L’attentato ebbe luogo nel Duomo fiorentino il 26 aprile del 1478: durante la messa dell’ultima domenica di Pasqua, Giuliano fu pugnalato a morte da Francesco de’ Pazzi; Lorenzo invece, ferito leggermente da Maffei, sopravvisse e ordinò una spietata repressione della congiura. Datosi alla fuga, Maffei trovò rifugio presso la Badia fiorentina, dove fu arrestato il 3 maggio (il giorno in cui Machiavelli compiva il suo nono compleanno). Contrariamente a quanto ritenuto fino a oggi, però, non fu subito giustiziato, ma fu sottoposto a un duro interrogatorio e costretto a redigere la confessione che oggi Simonetta ha riportato alla luce dopo oltre cinque secoli.

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