La democrazia del corpo

Pubblicato Sabato, 17 Ottobre 2020
Data di scadenza Domenica, 13 Dicembre 2020
PIA - Palazzina Indiano Arte
Piazzale dell'Indiano, 1
Firenze

Sabato 17 ottobre ore 17 e 19.30 lo spettacolo Pezzi anatomici di mk / Michele Di Stefano aprirà il festival della danza del centro nazionale di produzione Virgilio Sieni

 

La Democrazia del Corpo 17 OTT > 13 DIC 2020 presenta un ciclo di spettacoli che si rivolgono alla fisicità del gesto, dunque al costruire il luogo partendo dal concetto di spazio vuoto, di piazza. La piazza va lasciata libera, è “un vuoto generoso di potere”. Rebecca Solnit nel suo Storia del camminare, ci rammenta l'importanza del camminare liberamente, di come il passo e l’osservazione umile e modesta sull’altro rappresentino i gesti attraverso i quali convivere con il luogo.

Il festival propone opere di artisti che riflettono sul corpo come emanazione dello spazio e della memoria, individuando un futuro di condivisioni attraverso riflessioni sullo stare, sulla postura e sulla coreografia quali forme di scavo e conoscenza del nostro abitare. Il programma accoglie anche declinazioni che si muovono nei territori della città: a PIA Palazzina Indiano Arte, nel Parco delle Cascine, con il ciclo di mostre Tric e Trac sulla relazione tra giocattolo antico e progettazione contemporanea nei territori e un nuovo episodio di Cantieri Culturali in questa sezione autunnale che si è svolta tra le Piagge, Peretola e PIA.

SAB 17 OTTOBRE ore 17.00 e ore 19.30 mk / MICHELE DI STEFANO Pezzi Anatomici_spettacolo cast variabile, con Philippe Barbut, Biagio Caravano, Francesco Saverio Cavaliere, Marta Ciappina, Andrea Dionisi, Sebastiano Geronimo, Luciano Ariel Lanza, Giovanni Leone, Flora Orciari, Laura Scarpini, Loredana Tarnovschi, Francesca Ugolini

Pezzi anatomici è un progetto che indaga formati differenti: la sala prove col suo andamento sperimentale, il concerto, lo spettacolo o più spettacoli. La scena è luogo di incontro tra attività spettacolare e ricerca sul linguaggio coreografico, con un atteggiamento che apre continuamente alla deriva, all’approfondimento e all’invenzione in diretta, ma in realtà offre al pubblico un meccanismo ritmicamente incalzante e strutturato, mimetizzato nel flusso distratto dell’esperimento: un tempo di indagine anatomica che approda a momenti di pura visione, utilizzando la cultura coreografica come chiave di accesso ad un universo di pensiero più vasto.


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