L’incanto di Orfeo

Pubblicato Mercoledì, 20 Marzo 2024
Data di scadenza Mercoledì, 20 Marzo 2024
Palazzo Medici Riccardi
Via Cavour, 3
Firenze

Dal 20 marzo all’8 settembre Palazzo Medici Riccardi ospiterà circa 60 opere d’arte dedicate a una delle più importanti e immortali figure del mito classico

Si intitola “L’incanto di Orfeo” la grande mostra – a cura di Sergio Risaliti e Valentina Zucchi, nata da un progetto del direttore del Museo Novecento, promossa da Città Metropolitana di Firenze e organizzata da MUS.E . Dipinti e sculture, disegni e manoscritti, installazioni e film, che spaziano dall’antichità ai nostri giorni.

A partire dallo splendido rilievo marmoreo neoattico con Orfeo, Euridice ed Hermes, proveniente dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che raffigura il secondo e definitivo distacco del cantore dalla sua amata – fonte d’ispirazione per il poeta Rainer Maria Rilke, autore dei ‘Sonetti a Orfeo’ –  fino alle opere di Tiziano, Parmigianino, van Honthorst, Bruegel il Vecchio, Rembrandt, Delacroix, Moreau, Redon, Feuerbach, De Chirico, Cocteau, Savinio, Melotti, Twombly e Paladino provenienti da prestigiose istituzioni culturali italiane e internazionali – dalle Gallerie degli Uffizi al Musée du Louvre di Parigi, dal Mart di Trento e Rovereto al Kunsthistorisches Museum e al Belvedere di Vienna, dal MANN e dal Palazzo Reale di Napoli ai Musées de Beaux-arts di Blois e di Marsiglia, dal Museo Nazionale del Bargello all’Accademia Carrara di Bergamo, dal Museo di San Marco alle Biblioteche Laurenziana e Riccardiana di Firenze – oltre che da collezioni private e grazie a una speciale collaborazione con l’Archivio del Teatro del Maggio Fiorentino.

Una mostra che affonda le radici nei tempi più antichi del mito e ruota attorno alla figura multiforme e metamorfica di Orfeo, poeta, musico e cantore, compagno di viaggio degli Argonauti, sposo prima infelice e poi disperato di Euridice, inconsolabile vedovo dilaniato dalle Baccanti.

La sua figura domina e risplende in Palazzo Medici Riccardi: il progetto espositivo nasce infatti dalla presenza del meraviglioso gruppo marmoreo di ‘Orfeo che incanta Cerbero’ di Baccio Bandinelli – un tempo accompagnato da una lira – nel cortile principale del palazzo di via Larga, dedicando un’attenzione particolare al suo risalto a Firenze e dispiegando fra le sale le vicende del mito.

Orfeo è stato infatti soggetto privilegiato dell’arte e della cultura fiorentina a fianco delle emblematiche figure di Ercole, David e Giuditta; presente già nel Quattrocento in una delle formelle di Luca della Robbia del Campanile di Giotto, il figlio della musa Calliope e del re della Tracia Eagro (o di Apollo, secondo altre versioni del mito) ebbe un posto di particolare rilievo nello studio e nell’interpretazione della classicità in età rinascimentale, con sottolineature letterarie, filosofiche e politiche. Tale interesse – che si sviluppò proprio intorno a Cosimo il Vecchio e a Lorenzo il Magnifico grazie agli artisti, ai letterati, ai pensatori e ai poeti vicini ai Medici – è testimoniato da una molteplicità di opere.

La mostra permetterà di ripercorrere e attraversare il mito di Orfeo grazie a una ricca selezione di capolavori dell’arte di ogni tempo, a cominciare dal bellissimo dipinto di Gerrit van Honthorst, assunto a icona della mostra. Fra le sale si snoderanno quindi le sue avventure con gli Argonauti e si diffonde il potere del suo canto, in grado di ammaliare gli animali più vari, fino alla morte di Euridice, morsa dal serpente e pianta dal poeta – esemplificata dai superbi dipinti di Tiziano, Delacroix e Moreau – fino alla scenografica discesa agli Inferi, al successivo ritorno sulla terra (potentissima ne è l’interpretazione di Anselm Feuerbach) e alla seconda perdita dell’amata, al suo ultimo canto e alla furia bestiale delle Baccanti, testimoniata dalla testa decapitata di Orfeo di Odilon Redon.

Alle opere figurative saranno accostati preziosi manoscritti provenienti dalla Biblioteca Riccardiana e dalla Biblioteca Laurenziana – fra cui, oltre agli esemplari già citati, una versione istoriata delle Metamorfosi di Ovidio, di ambito mediceo e annotata da Poliziano – e saranno ricordate anche le opere in musica ispirate al mito di Orfeo, evidenziando come esso abbia permeato i diversi ambiti culturali nei tempi ponendosi come figura emblematica non solo della civiltà classica ma anche di quella rinascimentale, moderna e contemporanea.

Una speciale sezione della mostra è dedicata alle scenografie, figurini e maschere di artisti che hanno collaborato con il Maggio Musicale Fiorentino, esemplificate in mostra dalle superbe creazioni di Giorgio De Chirico.

Palazzo Medici Riccardi, Via Cavour, 3

Orario : Lun - Dom | 9:00 - 19:00| Chiuso il mercoledì