Data di scadenza Sabato, 11 Gennaio 2025
Sabato 11 gennaio ore 21:00 al Teatro Cantiere Florida va in scena in prima nazionale uno spettacolo che è il naturale seguito della Trilogia della Memoria
Ma l'amor mio non muore / Epilogue è il naturale seguito della Trilogia della Memoria ed è un trio: Alessandro Bernardeschi, Mauro Paccagnella e la ballerina e coreografa italiana Carlotta Sagna.
«Con Ma l'amor mio non muore / Epilogue, Wooshing Machine ci offre un dono infinitamente raro e prezioso, quello di far convivere – insieme – gravità e allegria, disinvoltura e disarticolazione, gigioneria e autoironia, infantilità e maturità. E ci regala amore, tanto amore, in una storia costruita come un mosaico: lo guardiamo e ne sentiamo l'effetto sia da vicino, nell'immediatezza di ogni episodio, un piccolo mondo unico, sia da lontano, in un insieme che rivela la sua forza attraverso la giustapposizione e il dialogo. E lo spettacolo, infuocato e vivace, rimane nella mente e nell'anima anche molto tempo dopo che le luci si sono riaccese, perché ci si ritrova a canticchiare frammenti della sua colonna sonora, ricca di memoria collettiva. È vero che l'amore non muore, ma il tempo passa e i corpi dei monelli invecchiano. Corpi, perché le loro anime conservano la verve vivificante che permette loro di afferrare – afferrare come “prendere a piene mani, tenere alto nell'aria, e riposare” – i ruoli iconici, tra realtà e finzione, del vincitore del premio alla Regina della Notte. Ma l'amor mio non muore / Épilogue prende e riposa molto – oggetti, corpi. Senza mai perdere la sua umanità.
E il pubblico sente i mobili – i mobili come le articolazioni degli artisti? – scricchiolare. Davanti a noi, si spezzano. Quando un corpo minaccia di cadere, è l'altro, il compagno, che si regge, si sostiene, prima di barcollare all'indietro. Dietro la gioia selvaggia – o meglio con la gioia, perché ripetiamolo: in Wooshing Machine tutto esiste insieme – c'è la gravità, quella di cui parla così bene Carlotta Sagna nel suo monologo. Lo stesso vale per quest'altra magnifica sequenza, in cui i tre artisti, vasi ciechi impigliati in se stessi, sembrano porci questa domanda bruciante e universale: cosa possiamo fare con i nostri corpi?
Dalla grazia, a volte strana, a volte maschile, di Carlotta Sagna, Mauro Paccagnella e Alessandro Bernardeschi, emerge in un solo respiro la minaccia della dislocazione. Quella del mondo, perché questi artisti sono prima di tutto nel mondo e ci parlano di esso, di questo mondo che si spegne ovunque nella malignità del conflitto.
E di fronte a questo, cosa fa l'artista? Si distrae? Ci dà spunti di riflessione? In che modo? Che posto dare alla tecnica, al movimento che è stato pensato e lavorato? Cosa sono il movimento e la tecnica senza direzione? Tutte queste domande profonde ed eterne sorgono, per poi essere spazzate via dall'eccitazione – l'eccitazione, ad esempio, di una sequenza di gioco, in cui riscopriamo la piacevole primarietà del linguaggio.
Questi tre stanno sempre armeggiando con qualcosa. E questo fa stare bene.
Per maggiori informazioni: www.teatroflorida.it