Namsal Siedlecki. Endo

Pubblicato Venerdì, 06 Ottobre 2023
Data di scadenza Venerdì, 06 Ottobre 2023
Museo Novecento
Piazza Santa Maria Novella, 10
Firenze

Dal 6 ottobre al 3 aprile sarà esposta, nel cortile del Museo Novecento, la nuova mostra monografica dell'artista statunitense

Il Museo Novecento presenta Endo, mostra di Namsal Siedlecki a cura di Sergio Risaliti e Stefania Rispoli. Endo, o èndo, dal greco ἔνδον, è il primo elemento di parole usate in ambito scientifico e soprattutto medico con il significato di “dentro” o di “situato all’interno”.

La mostra personale di Namsal Siedlecki (1986, Greenfield, USA) si situa all’interno di quello che può essere considerato il ventre del Museo Novecento, l’ambiente centrale, un tempo deputato alla riflessione, alla lettura e alla meditazione, attorno a cui si sviluppa l’intero edificio. In questo luogo, interpretato metaforicamente come uno stomaco all’interno del quale la materia si disfa e si trasforma creando energia, l’artista espone alcune sculture poste in stretto dialogo tra loro, concepite come un’unica grande installazione.

La pratica artistica di Namsal Siedlecki indaga la natura processuale e trasformativa dei materiali. Le sue opere, che spesso uniscono la maestria artigianale alle più moderne tecnologie, sono concepite quasi sempre come oggetti in evoluzione, mai statici, che nel loro perpetuo ridefinirsi rendono omaggio alle infinite possibilità della forma e a un’idea di arte come materia viva, pulsante.

Endo è un grande dispositivo scultoreo che nasce da queste suggestioni e si alimenta di riferimenti tanto all’alchimia, alla chimica e all’anatomia, quanto alla plastica dei maestri del Novecento, alla fascinazione per le macchine celibi e la robotica. 

Il chiostro rinascimentale del Museo Novecento, in occasione della terza edizione della Florence Art Week,  accoglie quattro elementi, o gruppi scultorei, realizzati con materiali e tecniche diverse, che coesistono e collaborano tra loro; quattro ‘stomaci’ che, se messi in funzione, agiscono come un unico corpo, distillando idealmente segmenti di immaginazione.