Data di scadenza Mercoledì, 05 Dicembre 2018
Da ottobre a dicembre la seconda edizione del festival che attraverso i concerti racconta la sinergia tra il Quartetto d’archi e le Liuterie Toscane
Il Quartetto d’archi rappresenta non solo una delle più raffinate forme di musica da camera, ma anche, nel campo della liuteria, il punto più alto nella produzione di ogni liutaio. Questa edizione dei Quartetti della Liuteria Toscana è proprio rivolta a quei Maestri Liutai (per lo più attivi a Firenze) che hanno costruito l'intero quartetto, e per “quartetto” intendiamo non genericamente due violini, una viola e un violoncello costruiti dallo stesso autore, ma piuttosto un progetto unitario in cui il liutaio sfida sé stesso nella realizzazione di un insieme di strumenti destinati a suonare insieme e che quindi abbiano una coerenza sia sotto il profilo estetico che in quello acustico.
Sfida ambiziosa, a cui i liutai arrivano (e non tutti sentono questa esigenza) di solito in età matura, dopo aver messo da parte nel corso degli anni del legno considerato particolarmente adatto; sì, perché il primo passo per un “quartetto” è il materiale: non solo rigorosamente proveniente dallo stesso albero, lungamente stagionato, ma che rappresenti anche esteticamente il carattere e il gusto dell’autore. Ma non basta il materiale; anche i modelli devono essere ispirati ad una unità formale che faccia considerare il “quartetto” non un insieme di strumenti, ma un unico progetto; ed ecco che quasi sempre i liutai utilizzano modelli personali. E poi la sfida più ambiziosa: riuscire a dare una omogeneità timbrica, una voce sola ai quattro strumenti: che poi è l’obbiettivo di ogni gruppo di musica da camera.
Storicamente, sono le corti (o almeno quelle più sensibili alla musica) i committenti di “quartetti” ed altri tipi di “ensemble” strumentali. Ferdinando de Medici fu il committente del famoso Quintetto Mediceo che Antonio Stradivari realizzò nel 1690 (la viola tenore e il violoncello sono ancora conservati a Firenze, presso il Museo dell’Accademia). Piuttosto rari i “quartetti” realizzati da liutai toscani, e noi vogliamo portare a conoscenza del grande pubblico e di tanti bravissimi strumentisti proprio quelli realizzati in toto nella stessa Bottega. Doveroso citare il bel lavoro di ricerca del liutaio e collezionista Carlo Vettori, autore del libro “Quartetti della liuteria italiana” Firenze 2006.
Il progetto direttamente promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze è stato realizzato, nella parte musicale, coinvolgendo le più importanti Istituzioni Musicali fiorentine. È stato riconosciuto e finanziato in parte come Festival per questa II edizione. Buon ascolto
Prossimo appuntamento: Quartetto della Bottega Sorgentone e Mecatti