Data di scadenza Lunedì, 29 Novembre 2021
A partire dal 29 novembre, per consentire le operazioni preliminari relative al restauro che seguirà, non sarà possibile visitare il sito
Presso la Cappella Brancacci nei prossimi mesi è previsto un cantiere di attività diagnostica e restauro seguito dal Servizio Belle arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio, pertanto, a partire dal 29 novembre 2021 e fino al 15 gennaio 2022, l'intero percorso di visita sarà chiuso alla pubblica fruizione per consentire le operazioni di montaggio del ponteggio utile ai lavori che seguiranno. In concomitanza con i prossimi lavori di restauro, da gennaio sarà possibile salire sui ponteggi per osservare gli affreschi della Cappella Brancacci
La Cappella Brancacci, il piccolo gioiello contenuto nella chiesa del Carmine che fa parte dei musei civici fiorentini, sarà restaurata ma non chiuderà e il pubblico potrà approfittare dei ponteggi necessari ai lavori per poter ammirare per la prima volta a distanza ravvicinata i capolavori di Masaccio e Masolino e per ‘guardare negli occhi’ i protagonisti degli affreschi, come Adamo ed Eva tentati dal serpente e poi cacciati dal Paradiso. È quanto prevede un articolato programma di ricerca e di valorizzazione messo a punto da Comune, Soprintendenza, Cnr-Ispc di Firenze, Opificio e la Fondazione statunitense Friends of Florence, in compartecipazione con Jay Pritzker Foundation. Primo atto sarà lunedì 29 novembre, quando la Cappella chiuderà al pubblico per il montaggio dei ponteggi. I lavori di restauro dureranno un anno. Già a gennaio, però, i visitatori potranno tornare per un dialogo a tu per tu con i dipinti: i ponteggi infatti saranno posizionati in modo da consentirne la salita ed è prevista anche la realizzazione di uno speciale ascensore per far accedere le persone disabili.
La Cappella si trova all’interno della Chiesa di Santa Maria del Carmine, di proprietà del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, in concessione al Comune di Firenze in base al rogito “Guerri”. La Cappella fu fondata dalla famiglia Brancacci nel tardo Trecento; si deve al ricco mercante Felice Brancacci la commissione nel 1423 degli affreschi con le storie di San Pietro. Vi lavorano insieme Masolino e Masaccio ma a causa della partenza del primo per l’Ungheria e del secondo per Roma, nel 1427 gli affreschi rimangono incompiuti. In seguito all’esilio del Brancacci (1436), caduto in disgrazia per le sue simpatie antimedicee, i frati del convento fanno cancellare i ritratti di tutti i personaggi legati alla sua famiglia e nel 1460 intitolano la cappella alla Madonna del Popolo, inserendo la venerata tavola duecentesca. Soltanto negli anni 1481-1483 Filippino Lippi effettuerà il ripristino e il completamento delle scene mancanti. Scampata all’incendio che nel 1771 devasta l’interno della chiesa, la cappella è acquistata nel 1780 dai Riccardi, che rinnovano altare e pavimento. Gli affreschi, trascurati per tutto l’Ottocento, vengono sottoposti a spolveratura nel 1904; l’intervento di restauro effettuato negli anni ‘80 del Novecento ha finalmente permesso di recuperare le preziose superfici decorate.