Data di scadenza Martedì, 02 Agosto 2022
Il 2 agosto al Mad il progetto multidisciplinare con cui Anna, Luisa e Rosaria Corcione restituiscono l’interiorizzazione della vita e dell’opera della scultrice Camille Claudel
Un progetto di Estudio, a cura di Anna Cuomo, direzione organizzativa di Gianmaria Fiorillo per Estate fiorentina 2022.
Camille, viaggio nell’anima è il progetto multidisciplinare con cui Anna, Luisa e Rosaria Corcione restituiscono l’interiorizzazione della vita e dell’opera della scultrice Camille Claudel. Gli interventi visivi di Anna e Rosaria Corcione sono in mostra presso MAD Murate Art District a Firenze il 2 e 3 agosto, dalle ore 18.30, mentre lo spettacolo Ca/1000 di Luisa Corcione, vincitore del Fringe festival 2021, ha inizio alle ore 20.
Il dialogo tra le pratiche di ciascuna autrice ricostruisce per frammenti il complesso percorso umano e artistico della Claudel, riconosciuto solo recentemente. La sua esperienza emblematica diventa un racconto sulla marginalizzazione e lo stigma della follia nella lotta per l’emancipazione in un contesto ancora ad appannaggio maschile. La collaborazione tra linguaggi performativi e visivi è volta a stimolare un interesse interattivo nei confronti delle tematiche scandagliate, a partire dalla consapevolezza delle potenzialità delle arti nei processi di accettazione personale, sociale, professionale e di genere.
Nello spettacolo “Ca/1000” Luisa Corcione incorpora, sui testi di Enrico Manzo e con l’interpretazione di Noemi Francesca, la poesia di Paul Claudel, le lettere tra Camille e l’amante August Rodin, i diari resi immagine e il tappeto sonoro costituito dalle melodie sintetizzate di Marco Vidino e i brani composti da Peppe Voltarelli (il disegno luci è di Ettore Nigro). Le pitture su carta di Rosaria Corcione sono autoritratti di Camille che vengono strappati ad ogni rappresentazione, nel racconto performativo della frammentazione dell’anima.
A caratterizzare lo spettacolo la presenza in scena delle pitture su carta di Rosaria Corcione “Camille/Sew Up”, veri e propri autoritratti dell’artista che vengono strappati a ogni rappresentazione nel racconto performativo della frammentazione dell’anima.
La mostra di Anna Corcione, invece, dal titolo Second Skin, nasce dalla volontà di descrivere visivamente la sensazione di inappropriatezza e i tentativi per mascherare tale disagio nella ricerca di un’accettazione sociale che cela spesso la propria vera natura e non permette di superare i propri limiti.