Data di scadenza Martedì, 16 Ottobre 2018
Martedì 16 ottobre ore 16.30 in occasione del Festival dei Diritti l'incontro con Annacarla Valeriano autrice di Malacarne. Donne e manicomio nell'Italia fascista
L'evento si inserisce nell'ambito del Festival dei Diritti, che propone una serie di appuntamenti contro la violenza sulle donne, gli stereotipi di genere e le discriminazioni Lgbti.
L'incontro e il dialogo con l'autrice sono in programma martedì 16 Ottobre, nella "Sala Conferenze" dell'Ospedale di Santa Maria Nuova (Piazza di Santa Maria Nuova, p. terra), alle ore 16.30, alla presenza del Presidente della Fondazione, Dott. Giancarlo Landini e dell'Assessora Sara Funaro per il benvenuto e una breve introduzione all'incontro.
A quarant'anni dalla legge Basaglia, riemergono le storie e i volti di donne che in quei luoghi hanno consumato le loro esistenze. L'occasione per affrontare il tema è l'incontro dedicato a Donne e Manicomio, organizzato in collaborazione con l'associazione Just Women e la Fondazione Santa Maria Nuova, con Annacarla Valeriano autrice di "Malacarne" che parla soprattutto di donne vissute negli anni del regime fascista: figure segnate dal medesimo stigma di diversità che, con le sue ombre, ha percorso a lungo la società, infiltrandosi fin dentro i primi anni del l'Italia repubblicana.
All'istituzione psichiatrica fu consegnata, dall'ideologia e dalla pratica clinica del fascismo, la "malacarne" costituita da coloro che non riuscivano a fondersi nelle prerogative dello Stato. Su queste presunte anomalie della femminilità, il dispositivo disciplinare applicò la terapia della reclusione, con la pretesa di liberarle da tutte quelle condotte che confliggevano con le rigide regole della comunità di allora. La possibilità di avvalersi del manicomio al fine di medicalizzare e diagnosticare in tempo "gli errori della fabbrica umana" non fece che trasformare l'assistenza psichiatrica in un capitolo ulteriore della politica sanitaria del regime, orientata alla difesa della razza e alla realizzazione di obiettivi di politica demografica. Fu così che finirono in manicomio non solo le donne che si erano allontanate dalla norma, ma anche le più deboli e indifese: bambine moralmente abbandonate, ragazze vittime di violenza carnale, mogli e madri travolte dalla guerra e incapaci di superare gli smarrimenti prodotti da quell’evento traumatico. In questo libro i percorsi di queste esistenze perdute vengono finalmente ricomposti, attraverso l'uso sapiente di una ricchissima documentazione d'archivio: fotografie, diari, lettere, relazioni mediche, cartelle cliniche. Materiali inediti che raccontano la femminilità a partire dalla descrizione di corpi inceppati e che riletti oggi, con sguardo consapevole, possono contribuire a individuare l'insieme dei pregiudizi e delle aberrazioni che hanno alimentato – e in modo nascosto e implicito continuano ancora oggi ad alimentare – l'idea di una "devianza femminile", da sradicare
per sempre dal nostro orizzonte culturale.
Annacarla Valeriano ha studiato Storia contemporanea all'Università di Teramo. Lavora presso l'Archivio della memoria abruzzese della Fondazione Università di Teramo. Con Donzelli ha pubblicato Ammalò di testa. Storie dal manicomio di Teramo (2014), con cui ha vinto il premio internazionale di saggistica Città delle Rose, miglior autore abruzzese (2014), il premio Franco Enriquez (2014) e il premio Francesco Alziator (2014). Una parte del materiale fotografico e documentario che costituisce la base di questo libro è stata oggetto di una mostra dal titolo I fiori del male (2016), curata da Annacarla Valeriano e Costantino Di Sante.