Data di scadenza Martedì, 23 Aprile 2024
Dal 23 al 28 aprile al Teatro della Pergola nel Saloncino ‘Paolo Poli’, il nuovo spettacolo di Giancarlo Sepe
L’ascesa di Hitler, la ribellione degli artisti. Alcuni si esprimono negli angoli bui, nei sotterranei, altri decidono di scappare, e salvarsi la vita. "Femininum Maskulinum" racconta di questi fuggiaschi, che avevano sognato e sperato nella Repubblica di Weimar, nelle sue promesse di libertà culturali, politiche, sessuali, di genere.
Lo spettacolo, produzione Teatro della Toscana, si avvale di dodici attrici e attori: Sonia Bertin, Alberto Brichetto, Lorenzo Cencetti, Chiara Felici, Alessia Filiberti, Ariela La Stella, Aurelio Mandraffino, Giovanni Pio Antonio Marra, Riccardo Pieretti, Alessandro Sciacca, Federica Stefanelli, e con la partecipazione di Pino Tufillaro; utilizza le musiche di Davide Mastrogiovanni | Harmonia Team; fa leva sulle scene di Carlo Marino, i costumi di Lucia Mariani, il disegno luci di Javier Delle Monache.
La storia di Femininum Maskulinum, il nuovo spettacolo di Giancarlo Sepe, è ricavata dunque da vite di donne e uomini, artefici e vittime di loro stessi da quando Hitler sale al potere il 30 gennaio 1933, e il teatro e la musica e il cinema cercano di respingere le proibizioni, nascondendosi. Cantanti, attori, romanzieri, drammaturghi, ballerini e musicisti scelgono di esprimersi al buio. Thomas Mann, un Nobel, cerca di resistere e solo nel 1936 decide di lasciare la Germania con la moglie Katia, ebrea di nascita. Nel frattempo, l'omosessualità viene bandita, malgrado i tanti omosessuali nel partito di Hitler.
Giancarlo Sepe inizia giovanissimo l’attività teatrale fino a fondare, nel 1972, il Teatro La Comunità. Regista pluripremiato, ha all’attivo oltre 100 regie tra prosa e lirica ed è ospite fisso dei più importanti festival internazionali quali Nancy, Santarcangelo, il Festival di New York, Epidauro, Versiliana Festival ed il Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Thomas Mann, forte del Premio Nobel, cerca di resistere alla fuga e solo nel 1936 decide di lasciare la Germania con la moglie Katia, ebrea di nascita. Erano gli anni in cui i tedeschi guardavano all’America come alla terra dove tutto è possibile, finanche accettare la musica nera, permettere a tutti, ebrei compresi, di fare del cinema, tra questi Billy Wilder, il regista ebreo di origine austriaca che nella Berlino de 1929 dà avvio alla sua carriera, mantenendosi, lavorando da ballerino per signore sole, in una Ballsaal della capitale.
Hitler costruisce la nuova Germania desiderosa di annientare i nemici e diventare agli occhi del suo popolo la razza eletta. L’efferatezza espressa in quegli anni, con uccisioni e rappresaglie, creano paura e tracciano la strada di una perdizione che solo una guerra “persa” potrà sanare. Negli anni ’30, in America, c’era la Grande depressione e il proibizionismo che elessero personaggi come Al Capone a eroe di un dissesto morale che spesso viene assimilato al terrore nazista. Tutti fuggivano, tutti cercavano un posto dove stare e lavorare. Femininum Maskulinum racconta di questi fuggiaschi.
Per maggiori informazioni: www.teatrodellatoscana.it