Data di scadenza Domenica, 19 Giugno 2022
Fino al 19 giugno in piazza Signoria e Palazzo Vecchio le due sculture allestite dal Museo Novecento di Firenze e dal Centro Pecci di Prato
Con due nuove sculture in Piazza della Signoria e a Palazzo Vecchio (fino al 19 giugno 2022), Francesco Vezzoli è protagonista di Francesco Vezzoli in Florence, a cura di Cristiana Perrella e Sergio Risaliti. Il progetto – presentato dal Museo Novecento di Firenze e dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, realizzato con il patrocinio del Comune di Firenze e l’organizzazione di Mus.e – metterà in dialogo arte contemporanea e patrimonio storico artistico della città. Dopo gli interventi di Jan Fabre, Urs Fisher e Jeff Koons e la presentazione di un’opera di Giuseppe Penone, con Francesco Vezzoli Piazza della Signoria tornerà a essere il fulcro del contemporaneo nella culla per antonomasia del Rinascimento. Francesco Vezzoli sarà peraltro il primo artista italiano vivente a realizzare un’opera site-specific per Piazza della Signoria, appositamente concepita per l’occasione.
Dopo la sua mostra in città nel 2014, Francesco Vezzoli torna a Firenze affrontandone i luoghi più simbolici: Piazza della Signoria e Palazzo Vecchio, nel solco di un progetto che ha visto protagonisti negli scorsi anni celebri artisti internazionali. In Piazza della Signoria un monumentale leone rampante novecentesco, installato su un basamento antico, stritola tra le fauci una testa romana del II secolo d.C., in un pastiche tra diverse epoche artistiche che è diventato la cifra di molte opere recenti dell’artista. Insieme all’intervento in piazza, il progetto comprende una seconda scultura, posizionata all’interno dello Studiolo di Francesco I de' Medici a Palazzo Vecchio, uno scrigno prezioso carico di misteriose suggestioni iconografiche, esoteriche e astrologiche realizzato tra il 1569 e il 1573, che per la prima volta in assoluto ospita un’opera di arte contemporanea. Su una figura di togato romana è innestata una testa “metafisica” di bronzo, citazione de Gli archeologi di De Chirico, una delle opere che meglio rappresenta il recupero della classicità in epoca moderna.