Data di scadenza Giovedì, 23 Gennaio 2020
Giovedì 23 gennaio ore 17.30 nella sala Ketty La Rocca del Murate Art District, la presentazione del libro PIERO MOTTOLA Florentine Voices alla presenza dell’artista
Alla presentazione del libro PIERO MOTTOLA Florentine Voices, che si terrà giovedì 23 gennaio alle 17.30 nella sala Ketty La Rocca, parteciperanno insieme all’artista Piero Mottola, Claudio Rocca, Direttore Accademia di Belle Arti e Valentina Gensini, Direttore artistico Murate Art District. Florentine Voices e la mostra dal 6.11 al 1.02.2020
Florentine voices, si intitola così la “tappa” fiorentina del progetto Voices, ricerca sperimentale itinerante e in progress condotta dall’artista Piero Mottola volta ad indagare le potenzialità evocative e musicali della voce di persone comuni, in diverse aree geografiche del pianeta. Florentine Voices, primo progetto nato sotto l’egida di Murate Art District e fortemente voluto dal direttore artistico Valentina Gensini è lo step fiorentino di una ricerca finora condotta a Valencia, Lisbona, Tenerife, Roma, Santiago del Cile, Lipsia, Varsavia, L’Avana, Buenos Aires, Wuhan, Shanghai, Pechino. Alle persone che hanno partecipato all’esperimento negli scorsi mesi, convocati con bando pubblico, è stato chiesto di associare a dieci parametri emozionali (paura, angoscia, agitazione, collera, tristezza, stupore, eccitazione, piacere, gioia, calma) suoni e rumori prodotti esclusivamente con la voce e con il proprio corpo. Le centinaia di frammenti sonori ottenuti sono stati catalogati e intrecciati dall’artista in composizioni realizzate mediante l’ “autocorrelatore acustico”, un sistema capace di costruire algoritmi e trasformarli in opere grafiche che assomigliano a quadri astratti e variopinti. In questo modo l’opera restituisce un composito e fluttuante ritratto emotivo e internazionale della città. Con le stesse sonorità, Piero Mottola ha composto l’omonima composizione per coro che ha diretto in occasione dell’inaugurazione della mostra grazie alla collaborazione di Benedetta Manfriani, dell’Accademia di Belle Arti e del Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze.
Nelle tre celle al primo piano di MAD è invece esposto un excursus del lavoro dell’artista che riconduce alle origini delle sperimentazioni degli anni Ottanta e primi anni Novanta sul concetto di “Miglioramento Peggioramento” estetico e delle categorie di “Bello Brutto”, in cui l’artista si poneva il problema della misurazione del processo creativo con pratiche relazionali attraverso il coinvolgimento diretto del pubblico. Infine, l’esuberanza cromatica delle opere più recenti, esposte nell’ultima cella, rivela il processo di ricerca dell’artista, volto a restituire partiture visive che rispondono alla ricerca di godimento estetico espressa dal fruitore.