Data di scadenza Mercoledì, 03 Luglio 2019
Martedì 2 e mercoledì 3 luglio ore 18.30 dal Guggenheim al Museo Novecento un'azione perfomativa del collettivo israeliano Public Movement ispirata a Rodolfo Siviero
Dopo aver presentato le proprie performance in musei, biennali e spazi pubblici in giro per il mondo, tra cui il Guggenheim di New York, Public Movement (Tel Aviv)giunge alle ex Leopoldine. Il 2 e 3 luglio il Museo Novecento in collaborazione con Vistamare / Vistamarestudio ospita la prima azione performativa all’interno di un museo italiano del collettivo israeliano.
Public Movement è un gruppo di ricerca fondato dall’artista Dana Yahalomi, che indaga, attraverso coreografie e performance, il tema della costituzione d’identità nazionali, sociali e politiche. Sin dalla sua nascita, si è focalizzato sullo studio e sull’analisi di quellestrategiepolitiche, strutture identitarie e sistemi ritualistici che condizionano le dinamiche della vita collettiva e degli spazi comuni. Molte loro coreografie indagano le modalità con cui la memoria corporea veicola la nostra esperienza e percezione delle narrazioni storiche, e il modo in cui queste si riflettono sulla costruzione delle nostre identità, singole e nazionali.
Al Museo Novecento verrà presentata la perfomance Choreography for a Collection, un lavoro di recentissima produzione basatosulle ricerche effettuate dal gruppo sull’arte prodotta in Italia tra il 1909 e il 1945 – da artisti quali Giacomo Balla, Giuseppe Graziosi, Giorgio Morandi e altri – che fu distrutta, persa o trafugata durante la seconda guerra mondiale. La coreografia si struttura come un viaggio temporale e fisico all’interno degli spazi del Museo Novecento per piccoli gruppi di visitatori alla volta. La performance nasce dalla presa di coscienza che la storia dell’arte sia sempre legata e connessa alla storia politica di un paese, ed è anche un velato omaggio alla figura di Rodolfo Siviero e alla lista che porta il suo nome.
Il lavoro Choreography for a Collection si concentra su opere realizzate tra il 1909, anno di pubblicazione del primo Manifesto del Futurismo, e la fine della guerra. I corpi dei performer divengono uno strumento per performare l’assenza di queste opere dal patrimonio collettivo e per esorcizzarne la perdita. Gli artisti sono interessati ad indagare come queste sottrazioni abbiano avuto un impatto non solo sulla storia ma anche sul nostro contemporaneo, e come abbiano, con la loro assenza presente, influenzato la nostra identità attuale.
Con sede a Tel Aviv, Public Movement è un organismo di ricerca performativa fondato nel 2006 che indaga e mette in scena azioni politiche in spazi pubblici. Il gruppo studia e crea coreografie collettive, forme di ordine sociale, a volte palesi e altre volte segrete. Negli ultimi 12 anni è stato attivo sia nel contesto di spettacoli, festival di danza e teatro, sia in musei e biennali di tutto il mondo
Ingresso gratuito. La performance è a numero chiuso (max 20 spettatori alla volta).
Nei giorni 2 e 3 luglio si terranno più repliche negli orari 18.30, 19.00, 19.30, 20.00, 20.30, 21.00, 21.30. Si consiglia la prenotazione segreteria.museonovecento@muse.comune.fi.it