Data di scadenza Sabato, 12 Dicembre 2020
Sabato 12 dicembre si illumina la facciata del Museo Novecento con l’opera di Claire Fontaine, un messaggio di vicinanza rivolto ai cittadini e al mondo da Firenze
“Siamo con voi nella notte”, è questo il messaggio luminoso che verrà installato sulla facciata esterna del Museo Novecento a partire dal 12 dicembre (e fino all’11 marzo 2021), in occasione dell’edizione 2020 di F-Light, Firenze Light Festival.
Vista la chiusura al pubblico del Museo, a causa delle restrizioni imposte dal Governo per la pandemia da Covid 19, sarà il led firmato da Claire Fontaine - collettivo artistico internazionale formato da Fulvia Carnevale e James Thornhill - a trasformare la facciata, spazio di confine, in un ideale diaframma che mette in relazione i contenuti visivi normalmente conservati all’interno del Museo, con la piazza e lo spazio pubblico all’esterno.
Si tratta del secondo dei tre interventi firmati Claire Fontaine in programma al Museo Novecento (il primo ha già preso vita il 25 novembre e il terzo è previsto il 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria). Una nuova forma di mostra personale suddivisa in tre parti con a monte la decisione di occupare lo spazio pubblico in un momento dell’anno in cui la condivisione fisica è limitata al massimo a causa della pandemia. Il Museo Novecento risponde con queste tre azioni artistiche al momento storico e si connette con la comunità cittadina con opere di forte significato politico. Siamo con voi nella notte si illumina in senso etico scandendo dialetticamente il contrasto tra il peso della notte e la forza luminosa della condivisione.
La scritta Siamo con voi nella notte (2008) prende ispirazione dai murales apparsi negli anni Settanta sui muri di varie città italiane come segno di solidarietà nei confronti dei prigionieri politici. Il significato del lavoro di Claire Fontaine, basato sulla pratica del prelievo, va oltre lo spirito originario con cui la scritta era stata pensata durante gli Anni di Piombo e la “notte della Repubblica”. La notte in questo caso rappresenta la prigionia nella dimensione più oscura della paura e della disperazione quando a fare luce - in un tempo sospeso e terribile come quello attuale - sono le forze della resistenza e della compassione reciproca. Un lavoro perfetto per descrivere il momento che stiamo vivendo, di isolamento e di buio, e in cui la luce in fondo al tunnel può essere immaginata grazie alla capacità visionaria dell’arte, come spazio di libertà e come gesto rivoluzionario.
L’arte neo-concettuale di Claire Fontaine spesso ricorda opere di altri artisti o, come in questo caso, rielabora iconografie che fanno parte del nostro bagaglio visivo collettivo e si formalizza attraverso vari medium, come neon, fotografia, video, testo, pittura, scultura. La sua pratica può essere descritta come una continua interrogazione sull’impotenza politica e la crisi della singolarità che definiscono la società contemporanea. Operando in parallelo sia sull’immagine che sul linguaggio, Claire Fontaine elabora una poetica artistica che si sviluppa sul doppio binario dell’opera e del testo.
Claire Fontaine è un’artista collettiva fondata da James Thornhill e Fulvia Carnevale nel 2004 a Parigi. Dal 2017 vive e lavora a Palermo. Il suo nome è uno pseudonimo che suona come il nome proprio di una donna francese. I due artisti l’hanno scelto ispirandosi all’urinale di Duchamp (Fontaine) e a una nota marca di cancelleria francese (Clairefontaine) volendo deliberatamente creare l’equivoco, affinché le loro biografie non fossero direttamente associate alle opere, in modo da poter trasformare il lavoro in uno spazio di libertà. L’uso della citazione e del pirataggio è legato alla stessa intenzione: la pratica di Claire Fontaine non si focalizza sul genio individuale e l’eccellenza dei singoli ma ricerca l’attivazione delle forze e delle forme presenti nella storia dell’arte e sottolinea il loro contenuto politico. Per l’artista esiste un valore d’uso delle immagini che è il loro potere di mettere in movimento i nostri corpi e i nostri pensieri, di illuminare il sensibile. Claire Fontaine usa vari medium e rifiuta l’obbligo della riconoscibilità formale nel suo lavoro, che invece considera come una ricerca sperimentale in progress, un’esplorazione continua. Utilizza il video, la scultura, i testi luminosi spesso in neon, la pittura e la scrittura sia letteraria che saggistica.